L’EUROPA E LA FUTURA UNICREDIT

By | July 16, 2013

L’IRI arriva in mano di Romano Prodi, il quale vuole puntare sulle privatizzazioni in vista dell’arrivo del mercato europeo che sembra sempre più una realtà, un’occasione per riuscire ad atterrare su un mercato ampio e vantaggioso che porterà, si diceva, grande Potenza all’italia. Il banco di Roma e quello di Santo Spirito sono delle zavorre perchè in grave perdita. Nel 1992 nasce perciò la Banca di Roma con l‘unione di Banco di Roma, Banco di Santo Spirito, già in mano della Cassa di Risparmio di Roma, anch’essa inclusa nella fusione.

Alla fine dei conti nacque una holding che vedeva l’Ente Cassa di Risparmio di Roma come primo controllante e il famoso IRI al secondo posto. Unicredit era ancora lontana ma il processo di aggregazione di un primo polo era in atto, anche se nella realtà dei fatti era il compimento della tanto contestata Legge Amato che puntava a ristrutturare e razionalizzare il sistema bancario italiano. Gli anni sono quelli della preparazione all’Europa unita e la paura che l’Italia non ne fosse all’altezza era tanta. Per questo motivo i provvedimenti per riuscire a “mettersi in regola” furono tanti e in alcuni casi presi in fretta.

Con il senno di poi, quello che oggi potremmo considerare un primo passo verso Unicredit vediamo le cose forse diversamente e quell’ansia di entrare in Europa, attualmente, ci sembra esagerata, visti i risultati. Ma ad ogni modo il progetto era in fase di preparazione da oltre tre anni. Secondo alcuni, però, da non sottovalutare il fatto che il polo in creazione doveva compensare lo strapotere di un’altra realtà, quella famosa Mediobanca di Enrico Cucci che letteralmente dettava legge nella finanza italiana.

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